Archivio mensile:dicembre 2013
°° Come combattere la fame nel mondo senza nemmeno donare 2 euro via sms °°
Pubblicato da Carmen Luciano
Siamo fin troppo abituati a sentire slogan su slogan che incitano “Dona 2 Euro”, “Invia un sms da 2 o 5 euro” ovunque.
Ce li propinano nelle pubblicità, nelle trasmissioni, alla radio, sui giornali, alle casse del supermercato..
Ma per cosa dovremmo donare soldi?
La maggior parte delle volte per sostenere associazioni umanitarie che si prefiggono lo scopo di aiutare “i bambini del terzo mondo o le popolazioni disagiate” che non hanno cibo, acqua potabile, cure ed istruzione.
Scansando le organizzazioni no profit che davvero portano un aiuto concreto a chi ha bisogno e che realmente usano le donazioni fatte dalle persone per ciò che pubblicizzano, rimane il fatto che non è raro incappare in vere e proprie truffe.
Capita di non sapere dove vadano a finire i nostri soldi, e che un buon 70% si perda per strada prima di raggiungere chi ne ha bisogno, alimentando un business illecito.
Ma il punto non è questo.
Il punto è..
Come possiamo sentirci realmente solidali con chi vive in maniera disagiata inviando semplicemente un sms da 2 euro, quando poi abbiamo speso altrettanti euro per comprare una bibita in bottiglia prodotta da una multinazionale che toglie i terreni a alle stesse popolazioni che vogliamo aiutare?
Non è un contro senso?
Ammettiamolo: donare e fare beneficenza ci fa sentire bene e più buoni.
Provate a rivivere le emozioni che sentite dopo aver fatto “un’opera buona”.
Il problema è che questo sentimento non è del tutto positivo.
Se lo si analizza meglio, indica una sorta di nostro egoismo personale.
Facciamo beneficenza più per noi stessi, per sentirci bene, che per gli altri.
Ma agli altri, sono sufficienti i nostri aiuti economici?
No.
Una popolazione ricca che con donazioni economiche aiuta una popolazione povera, fa parte di un piano mal bilanciato e non riuscito.
Se ci pensiamo, la vita di qualcun’altro dipende dalla nostra.
La ricchezza dei Paesi industrializzati genera e grava sulla povertà di quelli sottosviluppati.
Il loro sviluppo economico è quindi tenuto alle redini da chi ha BISOGNO dell’esistenza della disuguaglianza a livello mondiale per poter essere ricco.
Pertanto, la nostra donazione da 2 euro può risultare inutile.
Come possiamo allora sottrarci all’ingiustizia del vedere persone morire di fame quando nel nostro Paese viviamo nel benessere?
Sicuramente boicottando le multinazionali e le aziende coinvolte nel sottrarre terreni utili alla coltivazione per sfruttarli per la produzione di prodotti agricoli o di macelleria destinati alle popolazioni ricche.
Un altro modo per contrastare questo abuso è il decidere di non mangiare più carne.
Vi chiederete: “Cosa c’entra l’industria della carne?”.
Beh, c’entra eccome.
La maggior parte delle risorse agricole (cereali, legumi ecc) coltivate nelle zone dove la popolazione muore di fame, è destinata all’alimentazione degli animali “da carne”.
Alimenti che potrebbero essere impiegati invece per alimentare le persone.
Perchè per produrre 1 kg di carne gli animali hanno bisogno di mangiare 15 kg di cereali e di bere almeno 1500 litri di acqua.
E 15 kg di cereali potrebbero dare nutrimento a 15 persone in un giorno, invece di offrire della carne a 3 persone per un solo pasto.
Che vi piaccia o no, l’alimentazione vegan è l’unica che può salvare il pianeta dall’inquinamento e che può garantire cibo per tutti utilizzando le risorse che abbiamo in natura.
Il 20% degli abitanti del mondo consuma l’80% delle risorse del Pianeta.
Un miliardo di persone muoiono di fame, mentre un altro miliardo muore di obesità.
Tutto questo è assurdo, ingiusto e non etico.
Se ci fossimo noi al loro posto?
Se lo stomaco vuoto fosse il nostro ad esser vuoto e non il loro?
Dovremmo cercare sempre di immedesimarci nel prossimo, invece di pensare solo a noi stessi.
Non possiamo permetterci così tanto egoismo.
I nostri capricci alimentari non possono assolutamente generare così tante morti, sia umane che animali.
Pertanto, se non lo fate per gli animali in sé per sé, prime vittime dell’industria della carne, fatelo per i vostri fratelli di specie.
Decidere di non acquistare né mangiare carne vuol dire aver preso coscienza di ciò che genera questa industria nel Mondo.
Vuol dire esser consapevoli dell’importanza dei nostri gesti e delle nostre decisioni.
Vuol dire essere vicini anche se distanti a problematiche che non dovrebbero farci dormire sereni la notte.
E’ importantissimo anche preferire l’acquisto di alimenti o prodotti provenienti da un commercio equo solidale piuttosto che quelli di una multinazionale a caso.
Le multinazionali oltre a sfruttare i terreni altrui, sfruttano spesso i lavoratori e i diritti dell’uomo solo per introiti economici.
Cambiare le cose è possibile, non è utopia, ed è un dovere morale farlo.
Affinchè tutti abbiano il diritto di esistere dignitosamente al mondo.
Affinchè non ci siano più madri che piangono la morte dei loro figli denutriti.
Usa i soldi che doneresti per queste giuste cause per comprare i prodotti giusti, ovvero quelli che non hanno generato morte tra gli animali e che non contribuiscono alla fame nel mondo.
Non smettere mai di informarti,
perchè è grazie all’informazione che possiamo spezzare le nostre catene che ci tengono in schiavitù.
http://web.peacelink.it/boycott/
http://www.nocensura.com/2013/01/le-10-multinazionali-piu-pericolose-del.html
http://www.cambiamenu.it/
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°° Firenze vieta il menù vegan nelle scuole della provincia °°
Pubblicato da Carmen Luciano
E’ recentissima la notizia negativa giunta dal Consiglio Comunale di Firenze riguardo all’introduzione del menù vegan nelle mense scolastiche del territorio.
E’ stata infatti bocciata tale proposta avanzata dal consigliere Tommaso Grassi e sostenuta da associazioni animaliste che avrebbe permesso ai bambini e ai ragazzi vegetariani e vegani di poter mangiare tranquillamente a scuola durante la pausa pranzo.
Proposta lecita che se fosse stata accettata, avrebbe consolidato un enorme passo avanti dal punto di vista etico morale e che sarebbe sicuramente stato un servizio migliore per chi non mangia carne e pesce.
Sono sempre di più infatti le persone che hanno modificato le proprie preferenze alimentari adottando una dieta priva di alimenti animali.
In Italia aumentano di numero le famiglie vegetariane che vorrebbero poter vedere i propri figli vivere tranquillamente senza avere limiti nel sociale.
Limiti culinari che per esempio non hanno i ragazzi musulmani.
Esempio fatto anche da Mariangela Corrieri, ex Responsabile LAV Firenze che ha espresso quanto segue:
“Vengono tutelate le scelte alimentari di ebrei e musulmani ammettendo la pratica cruenta della macellazione rituale senza stordimento e non viene ammessa l’alimentazione incruenta e morale di chi fa una scelta vegana.
Naturalmente consideriamo tale bocciatura come una chiusura mentale, una prepotenza, quella mancanza di considerazione verso le scelte personali altrui che perfino l’art. 2 della Costituzione tutela in quanto rispetto dei convincimenti dei singoli e base del rispetto della persona umana e della sua dignità.
Le istituzioni non dovrebbero quindi imporre la loro visione (spesso dogmatica e insipiente) ma offrire ai cittadini un ventaglio di scelte dalle quali costoro potranno attingere secondo il proprio convincimento e le proprie esigenze di salute e coscienza morale.
Nessuno di noi può essere strumento del volere di altri e nessuno può imporre ad altri come alimentarsi.
Noi ce lo saremmo augurato e non soltanto per gli animali che si salverebbero dalle inaudite sofferenze a cui vengono sottoposti, ma anche per l’ambiente (acqua, foreste, clima…..) la cui devastazione produce quel cambiamento climatico certificato dal rapporto FAO del 2006 Livestocck’s long shadow, aggiornato recentemente,il quale espone con chiarezza come gli allevamenti intensivi di animali rappresentino una delle principali cause di immissione nell’atmosfera (51% del totale) di gas serra – anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossido di azoto (NO2) e clorofluorocarburi (CFC).
Il ciclo di produzione della carne infatti è un sistema inefficiente che trasforma una moltitudine di alimenti a base vegetale in una quantità estremamente limitata di alimenti di origine animale incidendo non soltanto sull’ambiente ma anche sulla fame nel mondo e sulla nostra salute (diabete, cancro, obesità, malattie cardiovascolari).
Ma possiamo arrestare il processo? Sì, possiamo. Agevolando le scelte vegane e cominciando ad alimentarci senza prodotti animali almeno un giorno a settimana secondo l’esempio di città come San Francisco, Gand e tante altre nel mondo.
Inviamo un ringraziamento per la loro sensibilità, la libertà di coscienza e il rispetto della Costituzione a tutti quei consiglieri che hanno votato a favore della scelta vegana e invitiamo tutti a una riflessione.”
Assolutamente d’accordo con Mariangela Corrieri.
Non è assolutamente giusto ed equo vedere dei cittadini oppure ospiti musulmani o ebrei tutelati nei loro diritti NONOSTANTE IN ITALIA SIA D’USANZA STORDIRE GLI ANIMALI PRIMA DI MACELLARLI, e poi ritrovarsi una proposta così etica rigettata.
Per non parlare del fatto che sarebbe stato un modo per avvicinare TUTTI i bambini e i ragazzi ad un’alimentazione sana e naturale.
Importantissimo oggigiorno, dato il livello di obesità infantile che affligge la nostra società.
Questo ostacolo è incomprensibile.
Mi rifiuto completamente di credere che nel Consiglio Comunale di Firenze ci siano persone così retrograde e poco aperte al progresso.
Ricordo benissimo quanto è stato difficile adattarmi alla mensa scolastica delle scuole medie che ho frequentato io: spesso c’erano piatti che non potevo mangiare e che non mi facevo servire per lasciarne maggiore quantità ad altri, rimanendo dunque senza primo o secondo e facendomi bastare il pasto.
Poi però, quando di secondo arrivava la carne di maiale, per gli studenti musulmani in un contenitore a parte c’era il pollo, per esempio.
Questa discriminazione non mi è mai piaciuta.
Sono passati 10 anni , e vedere ANCORA queste differenze mi fa davvero rabbia.
Non iscrivere alla mensa i bambini vegetariani sarebbe una soluzione?
ASSOLUTAMENTE NO.
Significherebbe darla vinta a chi ha bocciato la proposta, oltre ad essere una scelta sconveniente dal punto di vista sociale, dato che a mensa i bambini rafforzano il contatto con i loro coetanei.
Pertanto, spero che nel Consiglio Comunale cambi presto aria con l’arrivo consiglieri più sensibili e rispettosi nei confronti di tutti.
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°° Perchè i Mattatoi hanno le pareti di Cemento e non di Vetro °°
Pubblicato da Carmen Luciano
Riporto anche su °° Il Mondo degli Animali °° l’articolo omonimo che ho scritto sul mio blog #VeganLifeStyle di Gonews.it
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Inizio questo nuovo articolo con una celebre frase di Linda McCartney che proclama
“ se i mattatoi avessero le pareti di vetro,
saremmo tutti vegetariani ” .
E proprio riguardo a questa frase, ecco la mia domanda:
Perchè i mattatoi hanno le pareti di cemento e non di vetro?
A questa domanda, vi propongo anche una risposta.
La mia risposta personale.
I mattatoi non possono avere le pareti di vetro perchè non ci è concesso di sapere totalmente cosa avviene durante la catena di s-montaggio che porta gli animali a diventare materia inanimata che finisce nelle nostre tavole.
Chi ne autorizza l’esistenza, la legalità e chi li dirige non apprezza l’idea che i consumatori sappiano come viene prodotta la carne.
Perchè è ovvio, visto che l’uomo è dotato di raziocinio e di coscienza, che susciterebbero un sentimento di pietà per le vite che vengono fatte a pezzi dai macchinari mentre ancora gli batte il cuore.
E’ naturalissimo che le persone provino disgusto nel vedere sangue ovunque o che si immedesimino nel dolore della vittima al solo sentire le urla strazianti.
Tutto questo lederebbe alle vendite, è bene tenere tutto all’oscuro.
Manzoni docet: gli atti immorali avvengono al buio e non alla luce del sole. In questo caso invece avvengono tra quattro pareti insonorizzate e alla luce artificiale.
L’uccisione degli animali, per quanto sia legalizzata dallo Stato e venga professata come ”indispensabile”, lo sappiamo tutti che è qualcosa di vile.
Pertanto i consumatori devono soltanto vedere la fase iniziale e quella finale del processo di “lavorazione” della carne.
Ovvero il maialino felice e roseo che respira e poi magari le salsicce che risultano invitanti da mangiare grazie a tutti gli additivi contenuti all’interno che renderebbero piacevole di gusto anche un mocassino di nostro nonno.
Come avvenuto il 5 Dicembre 2013 durante la protesta degli allevatori di suini di Confesercenti davanti a Montecitorio.
Ma cosa c’è dietro l’industria della carne?
Cosa non ci fanno vedere?
Sono felici gli animali di morire? Soffrono?
Cosa è giusto invece sapere?
Allevamenti
Negli allevamenti, parlo di quelli intensivi, gli animali vengono fatti nascere da femmine ingravidate artificialmente ( non vi sto a spiegare adesso il castissimo processo ) in capanni dalla luce artificiale.
Queste macchine della carne viventi vengono fatte crescere lontano dalla natura, alimentate spesso con farine ossee ( viva il riuso!) e bombardati di ormoni della crescita e antibiotici per resistere alle condizioni precarie in cui riversano.
Negli allevamenti non mancano sicuramente le sevizie.
Ai maialini, per esempio, vengono mutilati i genitali senza anestesia.
E strappati via, a pochi giorni dalla loro nascita, i denti.
Alle galline ovaiole viene tagliata la punta del becco ( zona del corpo delicatissima) senza anestesia affinché non feriscano le compagne di disavventura o si auto-provochino ferite mortali indotte dallo stress.
Non è una novità che negli allevamenti avvengano casi di aniamli che preferiscono uccidersi che continuare a vivere in quelle condizioni.
I cuccioli vengono separati dalle loro madri e privati di quel poco amore che possono ricevere in quattro mura asettiche.
Quando uno degli animali allevati risulta malaticcio o ha qualche imperfezione, nessuno perde tempo a curarlo: via spedito nel secchio dell’immondizia.
Perchè un animale che non può essere in seguito macellato, è un animale inutile e quindi uno scarto della produzione.
La vita degli animali allevati dura molto poco, circa 1/10 di quanto potrebbero vivere realmente in natura.
Un pollo per esempio, in 3 settimane viene indotto a crescere a dismisura sotto ormoni per raggiungere le dimensioni che, in libertà, avrebbe dopo 6 mesi di vita. Il loro petto ( parte interessata ) con gli ormoni femminili si ingrossa così tanto da costringere l’animale a stare a terra senza potersi muovere facilmente.
Nell’industria della carne non c’è tempo da perdere per la produzione: le tempistiche devono essere veloci, più rapide possibili, per far fronte al numero di richiesta nel mercato e vendere.
Quando gli animali sono pronti, vengono caricati su tir e spediti al macello.
Trasporti
Sembra assurdo ma i costi di trasporto della carne , per motivi di igiene, superano di gran lunga quelli del trasporto di animali vivi.
Pertanto gli allevatori per trarne maggior profitto preferiscono risparmiare.
Il trasporto degli animali , oggetto di nuove normative in vigore che ne disciplinano lo svolgimento, dura 8 ore in Italia.
Se si parla di animali importati dall’estero, il viaggio può durare anche 12 ore.
Questo per quanto riguarda chi è a norma.
I trasporti illegali invece, che spesso riescono ad aggirare i pochi controlli presenti sul territorio, arrivano anche a sfiorare le 16 ore di viaggio.
Gli animali vengono stipati sul mezzo, ammassati senza dare alcuna libertà di movimento.
Non gli viene concesso nemmeno il diritto di dissetarsi o di mangiare qualcosa.
Così, dopo ore e ore passate in piedi, assetati e affamati oltre ad essere distrutti fisicamente e psicologicamente, alcuni di loro arrivano al mattatoio già morti.
Chi invece riesce a sopravvivere al viaggio, avrà il piacere di vivere l’ultima parte del percorso del disfacimento della sua esistenza.
Macellazione
Giunti alla meta del loro abbattimento gli animali vengono fatti scendere, anche con la forza, dai camion che li hanno trasportati fino ad allora e indotti all’ingresso della struttura.
Chi non riesce a fare alcuno spostamento per via della stanchezza, capita di venir colpito da scariche elettriche che lo costringono a ultimi sforzi per muoversi.
Una volta fatti entrare nel mattatoio gli animali vengono storditi, e poi macellati.
Spesso lo stordimento non lascia l’animale privo di sensi, pertanto alcuni più sfortunati vengono fatti a pezzi mentre riescono a sentire tutto il dolore fisico.
Sembra un racconto dell’orrore.
E purtroppo lo è, per gli animali.
La carne che esce dai mattatoi viene trattata chimicamente prima di finire nelle confezioni che trovate in macelleria.
In alcuni casi, anche con agenti chimici illeciti tipo il MONOSSIDO DI CARBONIO, come reso noto dall’indagine realizzata da Marco Vincenti e Marco Pazzi del Dipartimento di Chimica Analitica dell’Università degli Studi di Parma.
Come si può notare dalla foto, la carne prima di essere trattata con il monossido di carbonio ha un colore rosso scuro tendente al violaceo, tipico di tessuti morti.
Dopo il trattamento il colore torna rosso vivo, come se fossero muscoli appena tolti dal corpo dell’animale.
Nell’industria alimentare la carne venduta sotto forma di hamburger, cotolette e altri prodotti viene mescolata ad additivi di cui dobbiamo tener conto:
saccarosio, spezie, esaltatori di sapidità, sale, aromi e qualche volta anche coloranti.
Questi ingredienti aggiunti che conferiscono alla carne un sapore nettamente superiore rispetto a quello reale fanno in modo che il consumatore la apprezzi nel gusto.
In realtà però il sapore della carne è ben diverso: provate ad uccidere un animale, aprirlo e mangiarne i tessuti.
Solo così capirete il motivo per cui l’industria della carne ha bisogno di tutte queste trasformazioni e lavorazioni per riuscire a prendervi per la gola e a vendervi il prodotto.
Ogni anno, solo in Italia, vengono uccisi miliardi di animali che finiscono nelle tavole di 53 milioni circa di cittadini che ancora mangiano carne.
I più sfruttati in tutto il mondo sono polli e galline ( ogni secondo ne muoiono 1000 ) anatre e maiali ( mille uccisi al minuto).
Basta entrare per qualche istante nel sito LaVeraBestia.Org per rendersi conto, tramite un contatore aggiornato , di quanti animali perdono la vita per sostenere la nostra, anche se non ne abbiamo bisogno.
Nel sito, che è una video community che mostra senza tabù tramite immagini e video girati di nascosto negli allevamenti, potrete guardare con i vostri occhi e sentire con le vostre orecchie il terrore degli animali mentre vengono uccisi.
Tutto quello che potreste vedere se i mattatoi avessero le pareti di vetro.
Quando siamo ignari di ciò che avviene nel Mondo perchè ci viene nascosto, non abbiamo colpe.
Quando siamo a conoscenza invece di ciò che accade intorno a noi e non facciamo niente per impedirlo, siamo colpevoli eccome.
Quando facciamo la spesa o ci sediamo a tavola per mangiare, riflettiamo da che parte vogliamo stare.
Il silenzio aiuta sempre l’oppressore e mai la vittima.
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Pubblicato su ° Critiche °
Tag: animali da carne, articoli sul veganesimo sbarellababyanimals, cosa c'è dietro all'industria della carne, gonews.it, govegan, linda mccartney, macellazione animali, motivi per non mangiare carne, perchè i mattatoi hanno le pareti di cemento e non di vetro, se i mattatoi avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani, vegan lifestyle goblog carmen luciano


















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