Archivio mensile:novembre 2017
°°[Ricetta] Crostatine Vegan al Cacao con Crema al Cocco°°
Finalmente dopo tanto tempo ritorno a scrivere qualcosa di veramente dolce 😀
Con questo articolo vi propongo una nuova ricetta per preparare in casa delle buonissime crostatine al cacao con farcitura al cocco. Ingredienti, come sempre, interamente vegetali. Preparazione veloce.
Ingredienti per 4 crostatine
– 100 g di farina 0 bio
– 1 cucchiaio da cucina di cacao amaro bio
– 1 cucchiaino colmo di lievito secco
– 60 g di sciroppo d’agave
– 50 g di olio di semi di girasole
– 30 g di latte vegetale (soia/riso)
Ingredienti per la crema al cocco
– 3 cucchiai di olio di semi di girasole
– 2 cucchiai abbondanti di farina 0
– 1 cucchiaino e mezzo di zucchero a velo
– 1 bicchiere (200 ml) di latte di riso e cocco
Procedimento: preparate la frolla inserendo in una ciotola la farina, il cacao e il lievito secco. In un secondo recipiente versate l’olio, lo sciroppo di agave e il latte vegetale. Versate gli ingredienti liquidi su quelli secchi e mescolate con un cucchiaio e successivamente lavorate l’impasto con le mani. Dopo aver ottenuto un panetto morbido, passate alla crema al cocco.
In un pentolino versate 3 cucchiai d’olio di semi e aggiungete la farina. Mescolate con una frusta da cucina e accedente il fuoco a fiamma bassa. Aggiungete lo zucchero a velo, e piano piano il latte di riso al cocco. Una volta portato a ebollizione si formerà una crema morbida.
Riprendete l’impasto e stendetelo con un mattarello. Con le formine da crostatina capovolte, staccate 4 parti di impasto che andrete a mettere nella formina stessa (da ungere con olio e infarinare). Con le dita fate aderire la pasta ai bordi. Versate un cucchiaio di crema di cocco all’interno e decorate a piacere la superficie.
Infornate gli stampi in forno pre-riscaldato a 180° per 17-20 minuti.
Ed ecco il risultato 🙂
E buona merenda! 💖😍
°°Riaperta la Caccia agli Elefanti: Moby attacca la famiglia Trump°°
È recente la notizia della riapertura della caccia agli animali esotici, fra i quali gli elefanti, in America. La decisione, che annulla la legge a favore della conseevazione animale di Obama, è stata voluta dal neopresidente Trump.
Insensibile all’ambiente e agli animali (per non aggiungere altro), Trump ha regalato a uno dei suou figli la possibilità di cacciare un elefante. La foto scattata al giovane, che lo ritrae con la coda dall’animale nella mano sinistra e un pugnale in quella destra, ha fatto il giro del globo, indignando qualsiasi persona dotata di empatia.
Su instagram, e successivamente su Facebook, è arrivata la dura critica, in chiave satirica, di una delle personalità vegan più attive nello star system: Moby.
Il cantante, proprietario di un locale vegano che supporta le associazioni animaliste col 100% dei proventi, ha pubblicato sui suoi social un’immagine modificata del figlio di Trump: l’uomo non risulta più carnefice ma vittima.
“Onestamente non riesco a pensare ad un singolo Trump la cui vita valga più di quella di un elefante”.
Sono queste le dure parole di Moby che accompagnano la raffigurazione di un Trump decapitato da un elefante che mostra fiero la testa della vittima tenuta per i capelli.
Una critica che lascia intendere quanta disapprovazione stia generando il Presidente non solo nel resto del mondo ma soprattutto nello Stato in cui governa.
Ringrazio Moby per aver apertamente fatto intendere la sua contrarietà alla caccia. Mi auguro che si uniscano a lui tantissimi altri, anche del mondo dello spettacolo, per contrastare questo vergognoso danno alla natura.
°°TRENITALIA: Multa per il Cane Salvato dalla Morte°°
La storia che vi racconto in questo articolo ha dell’incredibile e dell’imbarazzante al contempo. Un fatto incredibilmente imbarazzante, per essere precisi.
Protagonisti dell’incresciosa situazione che a breve leggerete: una volontaria animalista, una cagnolina di nome Peppa (salvata dall’abbandono e dalla morte certa), un treno in ritardo Trenitalia e per finire un dipendente sprezzante della compagnia stessa.
Una sera succede che una ragazza, in provincia di Viterbo, prenda un treno con la sua cagnolina, Peppa, appena salvata da morte certa, prelevata da quella campagna dove vagava sola e disperata e dove difficilmente avrebbe trovato persone in grado di capire il rispetto che si deve soprattutto ai più deboli.
La ragazza ha appena acceso un abbonamento annuale per quel tratto di ferrovia che dovrà percorrere ogni giorno, una manciata di minuti che, fatti tutti i giorni, significano € 413,56 (abbonamento annuale preso scontato del 30% per avere un isee inferiore ai 25000€ e del quale, altrimenti, non avrebbe potuto usufruire vista la cifra onerosa), appena spesi, in un colpo solo e nonostante le spese appena affrontate per le prime visite e vaccini a Peppa e per il viaggio dal Sud a Fiumicino di appena una quindicina di giorni prima.
Succede che le biglietterie della stazione di partenza a quell’ora siano non attive, e comunque con un abbonamento regolare come quello di cui già disponeva, sarebbe stato impossibile fare il biglietto solo per Peppa, si sarebbe dovuto acquistare un biglietto per una seconda persona di cui, scusa Trenitalia, al momento la ragazza non disponeva. Ripetiamo, solo lei, la ragazza e la sua cagnolina, Peppa, appena adottata, salgono su quel treno quella sera.
Succede che la ragazza, a quell’ora di notte (sono le 22.30h) debba proprio salire su quel treno, non vede il controllore a terra, lo avviserà a bordo e regolerà il passaggio di Peppa, per un viaggio della durata di 30’ (ricordate questo particolare, cari lettori) a bordo di un treno locale in ritardo per lo stesso tempo, 30’, una condizione che in realtà darebbe già diritto alla ragazza (e a tutti i passeggeri di quel treno) di chiedere il rimborso.
Ma succede altro, l’inaspettato e l’incredibile. L’uomo in divisa finalmente arriva, la ragazza mostra il suo abbonamento annuale, per Peppa no, non è riuscita a fare il biglietto per lei, “le avrei infatti chiesto di poterlo fare a bordo”.
Succede l’imprevedibile e l’imprevisto, l’uomo in divisa, applicando a modo suo un regolamento che non tiene conto delle condizioni di quel viaggio, del percorso e delle stazioni interessate, ha un lungo diverbio con la ragazza che spiega le sue ragioni e racconta che Peppa è appena arrivata dal sud, tra le occhiate ammirate dei passeggeri (che per il resto del viaggio, se ne staranno zitti e al loro posto).
Tutto farebbe pensare ad una risoluzione “normale” della faccenda, ma, come detto sopra, la violenza più avere il volto di un uomo con la divisa che ostinatamente, prepotentemente e ingiustamente multa una ragazza con il suo cane, per € 100, per non aver procurato al suo “animale” un biglietto del valore di € 2,50, per un viaggio di 30’ e su un treno in ritardo di 30’, su una tratta dove era impossibile procurarsi quel treno.
100 euro di multa ad una volontaria che alle dieci e mezzo di sera, dopo aver pagato quasi mezzo migliaio di euro per l’abbonamento annuale, non riesce a fare il biglietto per il cane che ha salvato dall’abbandono. Una multa da 100 euro ad una persona che a quell’ora stava accompagnando l’animale verso un futuro migliore, verso la vita vera, lontano dal pericolo di morire nell’oblio dell’indifferenza umana.
Quanta gente ogni giorno non paga il biglietto?
Quante volte ho visto persone usufruire del servizio senza pagare la propria quota (perché se ricevi, devi dare), arrivando a rispondere male o ad infiammarsi con i controllori. Mai visto multe o sanzioni. In questo caso la ragazza attendeva di poter fare il biglietto a bordo nonostante il treno in ritardo e l’assenza di macchinette funzionanti per erogarne uno. Dov’è la coerenza? Dov’è il senso del giusto?

Per denunciare questo fatto increscioso, che si sarebbe potuto evitare semplicemente facendo pagare alla volontaria il biglietto (tratta intera) a bordo per il cane, è stata creata la pagina facebook “IO STO CON PEPPA“.
Dalla pagina sopra citata si legge:
“Siamo al corrente di tutte le brutali e inaudite violenze che subiscono animali (e persone) ben meno fortunate di Peppa (che ora è con una famiglia che la ama e con fratelloni che la adorano), ma davvero pensiamo che sorvolare su queste ingiustizie non sia necessario? Noi crediamo che le grandi rivoluzioni, anche sociali e culturali debbano cominciare dal basso, anche da una azione come quella di denunciare una prepotenza gratuita del genere, dal non farla passare come tollerabile perché apparentemente minore, dal comunicare a Trenitalia che i suoi collaboratori non possono comportarsi in questa maniera, usare i propri (poveri) poteri da controllore per sfogare, è evidente, una propria intolleranza verso gli animali e verso chi li salva, li adotta e se prende cura.
Per questo pensiamo sia fondamentale denunciare questa prepotenza gratuita, per noi gravissima, perchè dalle piccole prepotenze, sopraffazioni, abusi, nascono le grosse violenze, contro gli animali e chi li difende e se ne prende cura.”
Proprio per denunciare la pessima condotta del dipendente ed informare Trenitalia che non siamo felici di quanto accaduto, è stata avviata una campagna di invio mail alla compagnia di trasporti.
“Vi invitiamo a scrivere una mail personale di protesta, invitandovi a non usare espressioni dure o parolacce, scrivendo a:
direzione.lazio@trenitalia.it
Vi chiediamo anche di condividere la protesta usando sulle vostre bacheche, sempre l’#iostoconpeppa.
Qui sotto, per vostra facilità, trovate un modello di mail alla quale potete ispirarvi, chiedendovi di personalizzarla e firmarla con nome cognome e città.
GRAZIE PER IL VOSTO AIUTO, NON FACCIAMO PASSARE INOSSERVATE LE PREPOTENZE SUGLI ANIMALI, GRAZIE DI CUORE A TUTTI.
Gentile direzione Lazio di Trenitalia,
scrivo per denunciare il comportamento ingiustificato di un vostro controllore in servizio la sera del 12 ottobre 2017 sulla tratta Orte – Roma Tiburtina (Regionale Veloce 2327), che contravvenendo al regolamento interno, ha sanzionato una viaggiatrice che viaggiava con il suo cucciolo di cane addirittura tra le sue braccia per non farle occupare spazio.
La ragazza era munita anche di regolare abbonamento annuale del valore di € 413,56 euro (abbonamento annuale preso scontato del 30% per avere un isee inferiore ai 25000€ e del quale, altrimenti, non avrebbe potuto usufruire vista la cifra onerosa), appena rinnovato, valido per quella tratta che percorre tutti i giorni, mentre il cane era sprovvisto di documento di viaggio poiché alla stazione di partenza le macchinette non avrebbero potuto erogare un biglietto singolo per un animale, se non acquistandone un altro. Poiché si trattava di un viaggio di 30 minuti, con un treno in ritardo di 30 minuti, la ragazza decide (come da regolamento interno) di regolarizzare il cane a bordo.
Il controllore di turno, al contrario, nell’incontrare la ragazza con il suo cane (di nome Peppa) si è subito dimostrato sordo a ogni motivazione – valida – per cui il cane viaggiava sprovvisto di un biglietto che sarebbe costato € 2,50 e multa la ragazza con una sanzione di € 102,50 (52,50 se pagata entro tre giorni dall’accaduto), contravvenendo – lui sì – al regolamento interno di Trenitalia.
E’ evidente che si è trattato di una forma di accanimento punitivo nei confronti della ragazza e del suo cane, evidentemente non ben tollerati dal vostro dipendente, un comportamento inaudito e che non può essere tollerato.
Chiediamo che la direzione della Regione Lazio intervenga con un richiamo diretto al suddetto controllore e una dichiarazione di scuse ufficiali alla persona di Alessandra Antonini e alla sua cagnolina Peppa.
Nel mese di agosto, Alessandra aveva salvato Peppa dalla morte certa, le ha tolto un cappio strettissimo al collo che col tempo avrebbe finito per strangolarla, recuperandola dalla campagna siciliana, miracolosamente sfuggita da persone che le avrebbero fatto fare una brutta fine. Ma crediamo che la violenza sia anche questa: un controllore che una sera di ottobre (CORREGGI SE SBAGLIATO PLS) si accanisce contro una ragazza e il suo cane e la multa per una cifra esorbitante, rea solamente di avere salvato un cane e di non essere riuscita a procurare un biglietto di € 2,50, tanto forse vale per voi una vita salvata?
Con l’occasione, chiediamo a questa direzione di istruire i propri dipendenti (soprattutto i controllori-conduttori di treni) a una maggiore equità nel trattamento dei passeggeri, siano essi accompagnati o meno da animali.
In attesa di un gentile riscontro, ringrazio per la cortese attenzione e invio cordiali saluti.
Nome Cognome
Città”
Mi unisco anch’io, sia attraverso questo articolo che attraverso l’invio di una mail, alla campagna di sensibilizzazione “Io Sto con Peppa”.
In un paese civile con realtà civili una volontaria che con i suoi sacrifici e col suo tempo libero regala un futuro migliore ad un essere vivente (altrimenti destinato a soccombere) dovrebbe essere compresa, e addirittura elogiata per ciò che fa!
Mi rifiuto di accettare l’idea che non si venga incontro a chi ogni giorno cerca di fare il possibile per alleviare la sofferenza agli animali. Il randagismo è conseguenza dell’abbandono, e l’abbandono è un gesto vile, frutto di una società di umani insensibili e crudeli. Infierendo su chi si fa carico del vuoto d’umanità altrui si sta dalla parte di chi abbandona, e non da quella di chi salva.
Da cliente Trenitalia, chiedo a quest’ultima che venga riconosciuto l’errore accaduto e che non succedano altri episodi del genere. Inoltre, mi auguro che la somma richiesta alla ragazza venga restituita in segno di scusa.

#IoStoConPeppa















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