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°° 2006-2016: 10 Anni di Think Green °°

<<Oggi ho mangiato il coniglio in umido, AHAHAHA!>>.
<<Mia nonna lo ha fatto al forno ieri sera, vedessi che buone quelle zampine!>>
<<Ma lo uccide lei o lo compra già ammazzato?>>
<<Ogni tanto lo compra vivo e lo ammazza lei. Un bel colpo dietro la testa. A volte gli strappa via la pelliccia che ancora si muove. Che buono al forno AHAHAH!>>

Ogni mattina, ogni giorno, frasi di questo tipo venivano pronunciate dagli ultimi posti del pullman che prendevo per andare al liceo. Venivano dette prevalentemente da due ragazzi a voce alta affinché arrivassero fino a me, perché la destinataria di tanto scherno e di tante risate vuote ero proprio io.
Ero io perché qualche anno prima avevo avuto un coniglio come animale da affezione, la mia cara Stella. Ero io perché non mangiavo animali già da quattro anni.
Alcuni di quelli che esprimevano macabri pareri culinari su uno dei miei animali preferiti non mi conoscevano nemmeno. Quei pochi che invece sapevano chi fossi avevano fatto le scuole elementari insieme a me quando ancora non avevo un coniglio e quando non ero ancora diventata vegetariana.
Come facessero ad avermi presa di mira per quei motivi là lo scoprii presto: era bastato l’input da parte di una mia ex migliore amica che aveva da sempre sofferto per il fatto di non poter avere animali domestici in casa. Nella mia famiglia non esistevano allergie, e potevo avere amici a quattro zampe da coccolare a differenza sua.
Ex migliore amica con la quale ero andata in classe alle scuole medie, periodo della mia transizione da onnivora a vegetariana. Ex migliore amica di un’infanzia intera fino a quando le nostre strade, e le nostre idee, ci hanno portato ad allontanarci.

E’ stata sufficiente una corposa dose di invidia (anche per l’aspetto fisico) misto a gelosia per innescare quello che per me, per anni, è stato un vero e proprio tormento. Un tormento psicologico enorme che non mi ha fatto vivere serenamente gli anni delle scuole superiori.

Insulti, offese, chiacchiere alle spalle, risate di scherno, frasi crudeli sugli animali, lancio di oggetti, lancio di acqua addosso attraverso bottigliette e siringhe.
Se ci penso adesso, trovo incredibile quanto possano essere crudeli e spietati i ragazzi dai 14 anni in su per sentirsi accettati, per sentirsi forti in un gruppo.
Una crudeltà assurda riversata sempre sui più deboli o su chi prova ad avere un pensiero tutto suo.

Più di una volta sono tornata a casa con i capelli bagnati. Più di una volta ho buttato lo zaino a terra e sono corsa a piangere sul letto. Non ce la facevo più. Non avevo voglia di svegliarmi la mattina per rivedere quegli occhi che mi scrutavano e quelle facce sulle quali era stampato un sorrisetto da schiaffi.
Provai ad indossare le cuffiette per ascoltare la musica ed ignorare le loro parole, ma non bastò. Dal momento che le loro voci non mi raggiungevano iniziarono con il lancio di oggetti per attirare la mia attenzione. Provai a cambiare pullman per arrivare a scuola, ma dovevo svegliarmi almeno un’ora prima e tutto diventava ancora più complicato. Provai a cambiare anche quello del rientro a casa, ma spesso non passava e capitò qualche volta di rimanere a piedi con la conseguenza di dover inventare scuse sul perché sarei tornata tardi.
Alla fine dovetti ritornare su quel mezzo dove tutti facevano finta che non mi accadesse niente, autista compreso. Presto il clima di vegefobia passò dal pullman alla classe perchè nel gruppetto di persone che mi offendevano c’era qualcuno che conosceva le persone che venivano in classe con me. Iniziarono le offese anche tra i banchi di scuola, stavolta mosse da ragazze che vedevano nella mia alimentazione e nel mio modo di vivere qualcosa di inconcepibile.

La situazione non cambiò fino a quando non decisi che dovevo smettere di chiudermi in me stessa e di meditare di farla finita. Dovevo affrontare i miei carnefici.La mia vita non poteva finire così. Dovevo andare avanti. Gli animali per i quali lottavo, per i quali diffondevo materiale informativo facendo banchi con altri volontari Lav dovevano essere la mia priorità.
E lo divennero.

Non avendo nessuno con cui parlare di questi temi decisi di aprire un blog.
Un po’ per sfogo, un po’ perché mi faceva stare bene esternare ciò che avevo per la testa, almeno per iscritto.
Era il 2006 e avevamo da poco messo internet col modem a casa. Proprio in quel periodo scoprii l’esistenza di MSN Messenger e degli Spaces Live grazie ai ragazzi olandesi con cui feci uno scambio culturale in seconda superiore.
Gli Spaces Live di MSN erano pagine in cui gli utenti potevano pubblicare ciò che preferivano, personalizzandole a piacimento nel layout e nello stile.
Nacque così il mio blog, “Il Mondo degli Animali“. Un diario personale aperto a tutti dove condividevo appelli e petizioni. Nessuno di quelli che mi aveva offeso sapeva dell’esistenza della mia pagina. Ero libera, libera di scrivere e di dire ciò che volevo senza subire bullismo.
Scrivevo, scrivevo articoli uno dietro l’altro e più scrivevo e più mi sentivo bene.

Ricordo ancora come fosse ieri le minacce di mia madre intenzionata a togliermi via il modem se non la smettevo stare al pc 😀
Le dicevo che era importante e che stavo scrivendo articoli sugli animali.
Non poteva immaginare quale piccolo mondo stessi costruendo.

Dopo qualche anno, su decisione di MSN, gli Spaces Live vennero trasferiti su piattaforma WordPress. Fu allora che il mio piccolo blog divenne un vero e proprio sito internet, quello sul quale siete adesso, mutando anche da “Il Mondo degli Animali” a “Think Green Live Vegan Love Animals“, un titolo più autentico e utile per intuire le tematiche trattate.

Di articoli in articolo la mia ancora di salvezza, la mia casetta virtuale divenne sempre più seguita fino a diventare ciò che è adesso: uno dei siti vegan più cliccati del web.

Nato come via di fuga mentale dal bullismo e dalla vegefobia, questa pagina che oggi compie ben 10 anni mi ha permesso di raggiungere traguardi che forse non mi ero mai lontanamente prefissata.
Grazie al mio blog ho conosciuto persone fantastiche, sono stata fermata da followers durante manifestazioni nazionali (“ehy ciao! Tu sei Carmen del blog! Io ti seguo da anni!”), ho organizzato decine di eventi vegan benefit in Toscana attraverso i quali sono stati raccolti oltre 5.000 euro devoluti ad associazioni animaliste, ho trovato casa a circa 40 animali abbandonati, ho aiutato centinaia di persone a diventare vegan ed ho avuto l’onore di collaborare con aziende vegan per recensirne i prodotti etici.
Il mio messaggio animalista è finito addirittura su RadioVeg.it , su Radio Lady e in tv per Vegan Is Better. Ho organizzato il mio primo presidio animalista e ho contribuito allo stop definitivo della vendita di pellicce vere sulle borse OBag.
Sono stata anche invitata a tenere una conferenza (“La Mia Vita in un Blog”, n.d.r) per l’evento Lucca Vegan Friends 2016 dove ho parlato anche del bullismo e della vegefobia.

Non mi sarei mai aspettata così tanti successi.
Da sedicenne sdraiata sul letto a piangere non avrei mai immaginato che quelle offese che mi tormentavano sarebbero un giorno servite per portarmi un pizzico di felicità.
Tutto questo è stato possibile solo trasformando l’energia negativa che mi veniva gettata addosso in energia produttiva.
Ho preso le pietre che mi lanciavano addosso e le ho messe in equilibrio zen.

Chi mi voleva debole mi ha reso ancora più forte e ancora più decisa ad andare avanti lungo la mia strada. Non è mai stato facile il percorso e mai lo sarà, ma sono diventata resistente abbastanza per far fronte agli attacchi quotidiani che solo le persone che vogliono cambiare le cose ricevono. Gli animali sono la mia vita e fino a quando avranno bisogno di qualcuno che sia la loro voce, io sarò qui a donargli la mia.

Quindi, caro mio piccolo blog, buon compleanno ❤ .
Tanti auguri per il tuo primo decennio di vita.
Auguri a te che mi sei stato d’aiuto quando non c’era nessuno, permettendomi di far viaggiare in rete i miei pensieri tra la moltitudine di siti.
Ti ringrazio lo stesso anche se sei solo uno strumento digitale e non potrai mai capire quanto sono affezionata a te.

Un grazie particolare a chi segue il mio sito e a chi non ha mai smesso di sostenermi nella battaglia per i diritti degli animali.

Carmen.

°° Dalla Francia arriva una petizione per punire Gianfranco Vissani °°

Le parole cariche di disprezzo dello chef Gianfranco Vissani nei confronti delle persone vegan
dallo studio del programma “In Onda” (La7) hanno fatto il giro del mondo.
La frase shock “I vegani? Io li ammazzerebbe tutti”
( in italiano: “i vegani? Io li ammazzerei tutti”, n.d.r) ha colpito e offeso moltissime persone dallo stile di vita etico, anche fuori dall’Italia.


E’ proprio per la sua sfacciata mancanza di rispetto che, addirittura, dalla Francia è da poco partita una petizione affinché il personaggio televisivo venga punito per quanto espresso ai microfoni del programma.

La raccolta firme è stata avviata dal regista Magà Ettori sul sito petitions24.net.
Questo è quanto si può leggere nell’articolo pubblicato dall’artista sul proprio blog personale:

 

 

 

Genocidio dei vegani, boicottaggio

boycott de Gianfranco Vissani (Magà Ettori - Blog)Il 19 agosto, ospite della trasmissione  » In Onda  » sul canale italiano LA7, lo chef stellato Gianfranco Vissani ha dichiarato: « I vegani sono una setta, sono come i Testimoni di Geova,  » prima chiamata a titolo definitivo al genocidio :  » E intendo i vegani e non i vegetariani. Quello che vorrei fare con i vegani ? Io li ucciderei tutti. « 

È sorprendente come un personaggio pubblico possa liberamente esprimere una tale quantità di menzogne e stupidaggini in un canale televisivo senza rischiare una denuncia.

Mentre gli altri chef presenti in trasmissione si sono indignati per i suoi commenti, chiedendogli di non dire « sciocchezze in TV”, La7 non si è minimamente degnata di scusarsi per l’ospite. È sempre sorprendente sentire la voce dell’orgoglio, la voce della demagogia, la voce dell’intolleranza chiamata genocidio. Gianfranco Vissani chi è per arrogarsi il diritto di giudicare e il diritto di uccidere ? Chi è Gianfranco Vissani per offendere l’onore di milioni di persone sul pianeta con i suoi deliri mediatici ? Nessuno! Un fenomeno da baraccone al quale è stato dato un microfono da La7. L’emittente ha così una sua parte di responsabilità nella vicenda.

Le osservazioni di Gianfranco Vissani sono prive di motivazioni. Invitano al massimo a mettere in discussione i rischi di un cuoco quando è sovraesposto mediaticamente e quando frequenta troppo assiduamente i macelli. Il lavoro della carne e il taglio della carne animale non sembrano essere senza conseguenze per le capacità intellettuali di chi le pratica intensamente. A meno che non invertiamo il problema. Criminologi sottolineano spesso il legame tra un comportamento violento e maltrattamenti di animali.

A meno che, la violenza e la volgarità di Gianfranco Vissani, non siano che una ricerca di visibilità mediatica. L’ex star della tv italiana degli anni ’90 da così tanto tempo vaga attraverso il labirinto dei talkshow, che il suo giudizio è indubbiamente alterato.

Qualunque siano le cause del suo scivolone, la nostra prima reazione è di boicottare tutte le attività commerciali di Gianfranco Vissani (ristoranti, programmi televisivi, libri…). È stato squalificato dai suoi commenti oltraggiosi e per inneggiare all’omicidio. Non si può stigmatizzare e discriminare milioni di persone, mettere un bersaglio sulla schiena di una comunità senza pagarne le conseguenze.

È tempo di reagire. Sappiamo che il caso di Gianfranco Vissani non è isolato. Il problema della vegefobia si sta intensificando in tutti i continenti. Stigmatizzazione, esclusione, satira o l’inferiorizzazione di persone che praticano il vegetarismo, il veganismo e l’antispecismo, stanno diventando sempre più comuni in Europa, negli Stati Uniti, passando per l’Asia e la vetta dell’Everest.

Queste pratiche sono tutte eseguite da lobby industriali che traggono profitto dallo sfruttamento degli animali, per l’ignoranza di molti.

Coloro che denunciano questa corsa al profitto, chi rifiuta lo sfruttamento cinico dei deboli, coloro che affermano che la convergenza delle lotte tra il rilascio di esseri umani e non umani, quelli che confutano il saccheggio delle risorse naturali, questi sono sistematicamente emarginati ed esclusi.

Le leggi vengono approvate tutti i giorni nei cinque continenti per proteggere gli interessi dell’industria. Come ad esempio la proposta di legge della deputata Elvira Savino, scritta con la chiara intenzione di stigmatizzare la comunità vegana in Italia e che potrebbe essere servita su di un piatto d’argento agli industriali della zootecnia. Leggi fangose e xenofobe oggi sono echi in Italia, ma non solo.

Pertanto, noi vegani, cittadini del mondo, solennemente ci appelliamo ad altri vegani, vegetariani, animalisti, antispecisti, e più in generale a tutte le donne e agli gli uomini con la possibilità di boicottare tutte le attività commerciali di Gianfranco Vissani in tutto il pianeta e chiedere al canale italiano La7 una condanna all’ospite del programma  » in onda  ».

Petizione indirizzata a Urbano Cairo proprietario dell’emittente televisiva La7.

 

Magà Ettori, Dublin, 20/08/2016 in collaborazione con paroledanimaux.com/

[ Traduzione : Carmen Luciano e ExtraVegano ]

 

Chiunque voglia unirsi a Magà Ettori affinchè vengano presi provvedimenti per quanto detto dallo chef italiano, può firmare la petizione cliccando QUI.

 

°° Lettera aperta a Gianfranco Vissani: ti spiego perchè io, vegana, invece ti lascerei vivere °°

In data 18 Agosto 2016 lo chef Gianfranco Vissani, ospite nello studio del programma “In Onda” sul canale La7, ha avuto un attacco di vegefobia.
Ha espresso il suo disprezzo nei confronti dei vegani dicendo di loro che “sono una setta, come i Testimoni di Geova”. Ha inoltre rincarato la dose dichiarando apertamente
<<li ammazzerei tutti>>.

Dal momento che mi sento chiamata in causa essendo vegana e dal momento che reputo debba cessare al più presto questo odio gratuito nei confronti di chi, come me, non mangia animali ho ritenuto opportuno scrivere due righe allo chef.
Spero che il mio messaggio possa arrivare chiaro al diretto interessato e a chi, come lui, ci detesta così tanto.

 

gianfranco-vissani-1.jpg

Caro Gianfranco Vissani.
Faccio una piccola premessa.
Nonostante sia solita dare del voi alle persone che non conosco come forma di rispetto, per non utilizzare il lei denigratorio come fanno giudici ed avvocati in ambito giudiziario nei confronti degli imputati, dal momento che è stato espresso il desiderio di ammazzare tutti i vegani mi avvalgo della facoltà di non elargire rispetto gratuito a chi non ne ha nei miei confronti dandoti del voi ma per questo non voglio neanche denigrarti dandoti del lei.
Ti darò semplicemente del tu in segno di rispetto anche se sia palese che non lo meriti.

Con la presente lettera aperta che pubblico con la speranza che possa arrivare fin sotto ai tuoi occhi, ci tengo a farti riflettere un po’ su quanto hai avuto il coraggio di dire in tv davanti agli spettatori di tutta Italia.
Per prima cosa, consiglio spassionato, la prossima volta che vorrai gettar fango su persone che hanno intrapreso un percorso di vita etico ben lontano dal tuo, fallo magari in modo autentico e personalizzato.
Dire che “i vegani sono come i Testimoni di Geova“, oltre ad essere per niente vero, è ormai una frase talmente banale, sentita e risentita così tante volte, da far quasi sanguinare le orecchie.
Ti ho mai suonato al campanello la domenica mattina?
Io o qualche altro vegano ci siamo mai presentati davanti alla tua porta per porti quesiti esistenziali mentre magari dovevi ancora pettinarti o lavarti la faccia?
No. Non è mai successo.
Questo perchè il veganismo non è uguale al credo che ruota intorno alla figura di Geova.
Per testimoni si intende coloro che hanno visto cose che in pochi hanno avuto modo di vedere e che si impegnano a riportare con veridicità agli altri ciò che hanno visto.
La crudeltà che viene riversata sugli animali invece è di dominio pubblico grazie a video e prove fotografiche acquisiti direttamente negli allevamenti e nei mattatoi.
Ci limitiamo dunque a diffondere il messaggio di rispetto universale per ogni forma di vita. Pertanto nessun collegamento con chi ti parla di Geova in piedi sullo zerbino di casa.

Seconda cosa.
Hai definito “setta” la Vegan Society fondata da Donald Watson in Inghilterra nel 1944, e il modo in cui hai espresso il termine mi ha lasciato immaginare che ne parlassi quasi come fosse qualcosa di demoniaco.
Un personaggio pubblico non dovrebbe avere queste cadute di stile.
Nel linguaggio comune ormai il termine SETTA è stato associato in modo erroneo e stereotipato a qualcosa di negativo, come possono essere le sette sataniche.
In realtà il significato corretto del sostantivo è
<<associazione caratterizzata da distinzione o separazione ideologica nei confronti di una dottrina>>. Da questo punto di vista il veganismo, sì, è una setta.
Esattamente come la religione Cristiana è una setta dell’Ebraismo,
il veganismo è una setta del vegetarismo.
Nel 1944, mentre il mondo si faceva guerra e milioni di persone morivano uccise poichè ritenute inferiori, in Inghilterra c’era chi si stava distaccando da una forma di pensiero ormai superata per tutelare ogni tipologia di essere vivente presente sul pianeta.
Donald Watson infatti fu il primo a sottolineare quanto gli allevamenti di animali da produzione latte/uova/formaggi/miele fossero crudeli e implicassero comunque la morte di tali esseri. Allevamenti molto simili ai lager nella struttura, anche secondo lo scrittore ebreo premio Nobel Isaac Bashevis Singer.
Sir Watson è stato un uomo che ha lasciato qualcosa di positivo che è giunto fino a noi.
Tu invece quali miglioramenti e quali progressi stai regalando al genere umano oltre alle foto dove sei immortalato mentre ironizzi su esseri che sono stati uccisi?

Personalmente, credo tu non stia regalando alla nostra società nulla di profondo e innovativo.
Sei una persona che ha fatto il cucinare resti di altre specie il proprio lavoro. Uno dei tanti.
Gli animali (si salvano almeno i cani?) sembrano essere per te solo un mero ingrediente per preparare delle portate al ristorante.
Sai cosa ti dico? Anche per me sono un ingrediente, ma da vivi.
Per me, vegana dal 2011 ma diventata vegetariana nel 2002 a 12 anni, sono l’ingrediente principale della mia vita. Senza di loro non potrei vivere!

Forse se sei arrivato a dire che ci ammazzeresti tutti noi vegani è perchè vedi in me, e nelle persone come me, una minaccia per il tuo lavoro.
Forse è anche per questo che i vegetariani, almeno quelli, godono della tua tolleranza?
Perchè qualcosina con i derivati animali sai cucinare?
Non sentirti sol dinnanzi a questo cambiamento.
Sappi che in passato anche i negrieri vedevano in coloro che lottavano per i diritti di tutti gli uomini una minaccia per i propri affari.
I negrieri schiavisti si sono dovuti adattare. Così temo accadrà anche a te per quanto riguarda la schiavitù animale.

Sai, non so se te ne sei mai accorto, ma l’uomo non è statico.
L’evoluzione fa parte di noi. Credere di aver raggiunto lo stadio ultimo del nostro percorso evolutivo è una bella illusione, ma rimane appunto un’illusione.
Siamo ancora lontani dal raggiungere il vero equilibrio.. ma non troppo direi stando alle statistiche.

Non lo vedi questo risveglio collettivo?
Sicuramente per lamentarti lo avrai notato in quanti siamo a non seguire le tue ricette a base di tessuti muscolari, secrezioni mammarie e ovuli non fecondati.
Mi dispiace deluderti ma non siamo una moda. Come le suffragette, siamo coloro che stanno anticipando un pensiero che sarà proprio a tutti in futuro.
Stiamo gettando le basi proprio di quel futuro.
Gli animali sono esseri viventi che esistono sulla terra non per noi, ma per se stessi.
Hanno lo stesso diritto inalienabile di esserci, di stare qui, di godersi la loro vita.
Le altre specie terrestri e marine non sono nostre schiave. Gli animali non sono oggetti, non sono intrattenimento o mezzi di trasporto, non sono cibo.
Sono esseri senzienti e noi non siamo i loro proprietari.

Hai detto che ci ammazzeresti tutti.
Magari ti piacerebbe, lo so. Ma qualcuno ha lottato e dato la propria vita per raggiungere l’abolizione della pena di morte per il genere umano.
Adesso ci siamo noi, che lottiamo e stiamo dedicando la nostra intera esistenza per l’abolizione della pena di morte per animali innocenti.
Io invece, a differenza tua, ti lascerei vivere.
Ti auguro di vivere il più a lungo possibile e che il tuo percorso di vita giunga presto ad una svolta. Ti auguro di comprendere ciò che ancora non hai compreso, ovvero che la vita è preziosa. La tua, e quella di tutti gli esseri che ti circondano.

Non è mai troppo tardi.

Carmen Luciano.

 

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