Archivio mensile:luglio 2017
°°”L’Alimentazione Vegan mi ha Salvato dall’Anoressia” – Intervista a Francesca D’Antonio°°
Una moda, un capriccio scaturito dal “troppo benessere”, una follia del momento, una scelta azzardata, se non addirittura rischiosa.
Una palese esternazione di malcelata ortoressia.
Sono questi alcuni degli stereotipi che sorgono a chi ignora i veri motivi che spingono tantissime persone ad abbandonare l’abitudine di consumare resti animali.
La salute del pianeta,
il rispetto per la vita degli animali,
l’amore per la propria esistenza.
Sono questi invece i tre cardini della scelta consapevole che porta ad alienarsi dalla crudeltà, portata avanti con violenza e sete di soldi dall’industria dell’allevamento e dello smontaggio animale.
Diventare vegan è la migliore scelta che si possa fare per sé, per le altre specie e per il mondo che ci ospita.
E’ principalmente salvare gli animali, ma spesso, questa scelta arriva a salvare anche noi stessi.
Francesca D’Antonio, una ragazza di Napoli di quasi 26 anni, è l’esempio di come il veganismo possa influire positivamente sull’esistenza delle persone fino a regalare una seconda possibilità. Caduta nel vortice dell’anoressia, Francesca è riuscita a risollevarsi grazie a questa filosofia di vita che ha fatto sua.
Ha raccontato la sua esperienza di cambiamento per Think Green Live Vegan Love Animals, e oggi, in questo articolo, ho il piacere di condividere con voi la sua intervista.
- Cara Francesca, come presenteresti a noi la tua persona?
Domanda difficile! Sicuramente mi definirei una persona a cui piace avere i propri spazi, non amo le situazioni affollate e spesso sto bene da sola. Ma sono anche una persona socievole, quando sono in vena e con le persone che ritengo valide. Non riesco ad essere falsa o a far finta che qualcuno mi stia simpatico, perciò dico sempre quello che penso, o al massimo preferisco star zitta. Nonostante ciò ho bisogno dei miei punti fermi, e per loro farei di tutto: le mie amicizie, i miei familiari, il mio ragazzo.
- Cosa pensi abbia spinto la tua persona a soffrire di anoressia?
Sicuramente il mio estremo perfezionismo.
- Cosa pensavi del tuo corpo durante quel periodo difficile?
Non ero mai abbastanza. Solo in seguito mi sono resa conto di quanto la visione di me stessa fosse distorta. A volte stavo così male nel mio corpo che rinunciavo a serate tra amici, cose divertenti solo perché mi sembrava che tutti i vestiti mi stessero maleA sinistra: Francesca durante il periodo dell’anoressia. A destra: la sua trasformazione da vegana
- Hai ricevuto supporto per superare l’anoressia?
No, l’ho sempre rifiutato. Mia cugina è una nutrizionista, cercava in tutti i modi di aiutarmi, avevo visite fissate ogni mese ma io trovavo sempre il modo di evitarle.
In seguito i miei genitori hanno tentato la via del supporto psicologico, ma anche lì le cose non sono andate bene. Come ho detto prima, non sono una persona molto aperta, perciò sapevo che parlare con un estraneo non sarebbe mai stato facile per me, e infatti dopo la prima seduta non sono più tornata. - Esiste la via d’uscita dall’anoressia?
Sì, esiste. ma bisogna cercarla da soli. Se non c’è la volontà di guarire non si può andare avanti. Il rimedio all’anoressia è diverso e varia da persona a persona.
Per me è stato l’avvicinarmi al veganismo. - In che modo è accaduto?
Ricordo di essermi avvicinata alla dieta vegan attraverso una youtuber che seguivo molto all’epoca, Annie Jaffrey. Mi sono subito interessata all’argomento e ho visto il documentario “If slaughterhouses had glasses”, che mi ha davvero aperto gli occhi, insieme a “forks over knives” , “cowspiracy” e ovviamente il discorso di Gary Yourofsky. Ho iniziato a fare ricerca, mi sono documentata, ho studiato, comprato libri e infine ho deciso che ne valeva la pena. - Come ti ha aiutato il veganismo a superare l’anoressia?
È stato come rinascere. Aver scoperto un modo tutto nuovo di mangiare mi ha riportato la voglia di cucinare, sperimentare e soprattutto nutrirmi! Una delle cose più belle di questo stile di vita è stata riuscire sempre a trovare un’alternativa, rivisitare vecchie ricette e farle assaggiare anche agli altri.
Qui devo ringraziare molto la mia famiglia che ha affrontato la cosa con una mente molto aperta: non mi hanno mai intralciato, anzi guarivo a vista d’occhio, come potevano negare la mia scelta. - Come vedi oggi il tuo corpo?
Mentirei se dicessi che mi vedo perfetta. Purtroppo l’anoressia è una malattia difficile e sono convinta che non si guarisca mai del tutto, ma la cosa importante è continuare a combattere, sempre. Oggi ho un rapporto sanissimo con il cibo, seguo una dieta specifica per lo sport che faccio (powerlifting), sono seguita da un grande personal trainer e mi sento sempre più lontana da quella che ero tre anni fa.Da 0 a 110 kg di stacco da terra in 8 mesi
- Qual è il tuo piatto preferito?
Potrei fare un elenco lungo come la divina commedia!
Adoro l’hummus con crostini, la pizza (da buona napoletana), le patate al forno e il riso, in tutti i modi possibili . - Cosa ti senti di dire a chi crede che il veganismo sia un disturbo alimentare?
Penso che chi crede una cosa del genere non sappia cosa siano i disturbi alimentari in genere. Vorrei dire a queste persone di documentarsi prima di parlare, soprattutto in rispetto a chi soffre e combatte contro veri disordini alimentari. Per citare Oscar Wilde: “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.”
Ringrazio Francesca per aver deciso di condividere la sua esperienza con i lettori e le lettrici del mio blog. Mi auguro che questo articolo possa essere d’aiuto per chi è in cerca di una motivazione per andare avanti..
– Carmen.
°° Dott. Piergiorgio Fossale: “Affanculo i Salutisti e i Vegani”°°
Sulla mia pagina facebook Think Green Live Vegan Love Animals mi è giunta una segnalazione che non potevo certamente tralasciare, data la sua gravità.
In un post (pubblicato con privacy pubblica) un medico di Vercelli ha deciso di parlare della salute con palese ironia invitando le persone a cedere al piacere senza ascoltare i pareri dei “sapienti”. Il post, già assurdo di per sé, si è concluso con offese rivolte a salutisti, vegani, moralisti e “ideologici del cacchio”.
Per tutte queste categorie elencate, l’invito del dottore è lo stesso: andare “affanculo”.
Complimentandomi per l’educazione dimostrata, vorrei sottolineare che le parole spese dal “dottore” in questione sono a dir poco imbarazzanti.
C’è da chiedersi quanto seria possa essere una persona che ha deciso di impegnarsi nel sociale, con la sua professione, se poi cade in luoghi comuni come questi.
“Se devo mangiare nove porzioni di frutta e verdura al giorno per vivere, non voglio vivere! Io detesto la frutta e la verdura [..]”. Cosa si dovrebbe pensare nel leggere una frase simile? Frutta e verdura sono la base di una sana alimentazione. Un’esternazione simile non è assolutamente istruttiva per chi legge. Cosa si dovrebbe mangiare dunque?
Animali e derivati? Sono quelli i “piaceri” di cui godere nel giusto mezzo alla faccia dei salutisti e dei vegani?
Sono poi elencati diversi tipi di controlli da fare per controllare lo stato della propria salute: mammografia, risonanza pelvica ecc.
Cosa c’è di male nel voler sapere se il nostro corpo è in perfetta salute o se abbiamo bisogno di dedicare maggiori attenzioni in caso di complicazioni?
L’invito poi ad esser sapienti, dopo un post così imbarazzante, è un vero ossimoro con quanto scritto.
Rimango sconcertata nel leggere delle parole così cariche di disprezzo e sarcasmo a discapito della salute ed in chiave critica nei confronti di chi ha la volontà di avere il proprio benessere sotto controllo.
Questa manciata di righe buttate in piazza pubblica, e che hanno generato commenti assurdi (leggete QUI) ai miei occhi compare come un invito all’indifferenza.
Invito che non si può certo dire esser gradito se a proporlo è una persona che ha studiato per il benessere umano.
Dal momento che il signor Piergiorgio Fossale ha voluto offendere le persone vegane come me, invitandoci tutti “affanculo”, è istintivo da parte mia spendere due parole nei suoi confronti.
Invito pubblicamente il signor Fossale a prendere coscienza di quanto scritto e della gravità delle offese contenute nel suo scritto stesso.
Chi ha deciso di non alimentarsi più con i resti strappati alla vita degli animali sono persone che oltre ad avere a cuore la salute degli animali stessi hanno a cuore anche la propria. Chi ha scelto di non mangiare più carne, pesce, uova, formaggi e miele altro non è che una persona consapevole dei limiti che non bisogna oltrepassare, come gli antichi con le Colonne d’Ercole: nessuna scusante può attenuare la scelta vile di massacrare gli animali in nome dell’alimentazione.
Chi ha una morale, e la rende pubblica, merita apprezzamento e non derisione, soprattutto se tale morale è finalizzata al rispetto di ogni individuo.
Chi sviluppa una propria idea, o segue ideologie ben precise, ha tutto il diritto di farlo, giacché pensare è nella natura umana.
Essere sportivi, utilizzare il tapis roulant, fare esercizi fisici e sottoporsi a controlli per verificare lo stato di buona salute sono scelte lecite di cui bisognerebbe riempirsi la bocca di lodi.
Non mangiare animali, fare sport e controllare la propria salute non vuol dire godersi meno la vita.
Forse il dottor Fossale non lo sa, ma si può vivere (non sopravvivere!) benissimo volendo bene il proprio organismo senza introdurre al suo interno i resti di chi voleva esistere esattamente come noi.
Invito chi ha trovato anche lontanamente divertente quanto pubblicato dal signore sopra citato a riflettere bene sulle parole spese.
Per il signore stesso invece, l’invito è solo questo: mi auguro possa presto comprendere l’importanza della vita di tutti, animali e umani, prima dell’arrivo di quanto preventivato dagli dei e prima della chiusura della scatola.
Salute del nostro organismo, del pianeta e degli animali?
Possiamo ottenerla cambiando menù: www.cambiamenu.it
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.